Che bruciore la puntura dell’ape!
Le punture provocate dagli insetti, sono dovute soprattutto alle vespe, ai calabroni, alle formiche, e all’ape.
Se i calabroni sono abbastanza docili, nel senso che pungono raramente l’essere umano, le vespe e le api sono quelle che rappresentano il pericolo maggiore di infezioni batteriche.
Le punture delle vespe e calabroni, sono molto diverse rispetto a quelle di altri insetti: nel momento in cui pungono, infatti il loro pungiglione rimane attaccato all’insetto e si ritrae, quindi non c’è bisogno di rimuoverlo.
Il loro veleno ha un tasso di acido formico diverso rispetto a quello delle api, e contiene istamina e serotonina.
Per quanto riguarda l‘ape, è la sola che lascia all’interno della ferita il proprio pungiglione con il veleno.
Il suo veleno come quello della vespa contiene l’acido formico, ed è anche capace di scogliere i globuli rossi.
Quando si è punto da un ape, visto che si muovono anche in sciami, c’è il rischio di essere punti anche più di una volta.
La puntura dell’ape può portare a crampi addominali, aumento delle pressione, convulsione, febbre e nei casi più gravi può anche portare ad uno shock anafilattico.
Se si viene attaccati da più api, bisogna cercare di trovare dell’acqua ed immergersi.
Cosa fare in caso di puntura di un ape?
- Disinfettare la cute con acqua o con dell’ammoniaca diluita.
- Con un ago disinfettato bisogna cercare di rimuovere il pungiglione dell’ape. Bisogna creare un piccolo solco per farlo uscire, e con una pinzetta poi lo si afferra.
- Bisogna coprire la ferita con una pasta che contenga papaina per far diminuire il dolore.
- In caso di persone allergiche, chiamare subito il pronto soccorso per un possibile shock anafilattico.
In caso di shock anafilattico, bisognerebbe somministrare adrenalina per via sottocutanea e recarsi al più vicino pronto soccorso.